Nell’ambito del Progetto europeo “Città verdi Europa” promosso in Italia da ANVE Associazione Nazionale Vivaisti Esportatori, proponiamo l’intervista elaborata con il Sindaco della città di Bari Antonio Decaro.
Sotto la sua Amministrazione infatti molti i progetti di riqualificazione urbana che prevedono una larga porzione di verde.
INTERVISTA
- Sindaco, partiamo dal progetto più ambizioso che vede la sua città protagonista: il Parco e Polo delle Arti (ex-caserma Rossani). Ci può descrivere l’obiettivo di questo progetto e quale sarà il valore aggiunto che quest’area porterà al Municipio 2 e tutta la città?
L’obiettivo alla base di questo percorso di riqualificazione urbanistica di uno dei luoghi storici della città era innanzitutto restituire ai baresi uno spazio centrale che per decenni si è configurato come un grande vuoto urbanistico che non esprimeva più nessuna funziona. Oggi invece stiamo riscrivendo la storia di quel sito provando a ricostruire un legame dei cittadini con un luogo rimasto chiuso per oltre trent’anni. Lo facciamo attraverso un grande parco e uno spazio polifunzionale dedicato alla lettura, alle arti, fruibile e aperto a tutti. Dopo un luogo e minuzioso intervento di restauro sui primi edifici e di realizzazione del parco finalmente siamo in dirittura d’arrivo e contiamo di aprire l’area a verde già nelle prossime settimane nella prima metà del 2022 il Polo bibliotecario. Nel frattempo il Comune ha avviato la progettazione per la riqualificazione degli altri edifici presenti nel sito dove sarà collocata la nuova Accademia delle belle arti regionale.
- Quali sono le tempistiche previste per l’inaugurazione?
Purtroppo negli ultimi mesi la pandemia ha frenato molto le attività amministrative ma in questo caso crediamo verosimilmente che non ci saranno più ostacoli alla riapertura.
- Abbiamo sentito del recente stanziamento da parte del Pnrr di 130 milioni di euro alla Città Bari, con il progetto pilota del nodo verde di Fuksas: questo sarà un’estensione della riqualificazione dell’ex caserma Rossini?
Questa sarà soprattutto un’opera di ricucitura tra due quartieri storici della città separati dai binari. Una frattura storica che ha determinato e influenzato anche lo sviluppo. Stiamo valutando insieme al gruppo delle Ferrovie le soluzioni migliori per limitare al minimo l’impatto strutturale dell’opera e valorizzare invece la dotazione verde in continuità con il parco della Rossani da un lato e i giardini storici di piazza Moro e piazza Umberto, anch’essi oggetto di riqualificazione prossima, dall’altro.
- Sappiamo che in cantiere però sono previsti molti altri progetti di costruzione integrata del verde; uno ad esempio riguarderà la riqualificazione della costa sud; di che tipo di progetto si tratta?
Il grande parco costiero di Costa sud è la grande sfida della città per il futuro. Un parco marino lungo 6 km che dialogo con l’ecosistema della costa e allo stesso tempo si connette alla città. Uno spazio nuovo con una forte impronta verde che sarà attraversata da percorsi dedicati alla mobilità sostenibile, alla cicloturimso, allo sport e al tempo libero. Con i progettisti stiamo ora lavorando ad un documento di pianificazione urbanistica che dia il via libera alla cantierizzazione della parte delle opere a regia totalmente pubblica.
- Altra area di prossima riqualificazione sarà il parco “ex fibronit”, area in cui insisteva una fabbrica di fibre di amianto, chiusa e dismessa. Quando sarà pronta la progettazione?
Sono presenti bandi per la progettazione dell’area?
Dopo un luogo e delicato intervento di bonifica è partita la progettazione del parco che deve tener conto dei limiti legati alle attività di bonifica stessa. Abbiamo avviato un’attività di consultazione e partecipazione con la città per la definizione di alcuni elementi caratteristici del futuro parco e stiamo nel frattempo cercando i fondi per realizzarne i primi stralci.
- Ritiene che le città italiane abbiano una buona dotazione di verde? I progetti sono molti ma le tempistiche sono sempre particolarmente lunghe fino alla realizzazione: quali sono le principali difficoltà a livello di gestione e amministrazione?
Le difficoltà sono legate soprattutto alle procedure per l’acquisto di beni e servizi, ancora lunghe e complesse e alla carenza di personale da dedicare alla gestione del verde pubblico.
Molto abbiamo fatto, noi Sindaci, per provare ad accelerare e semplificare queste procedure e devo dire che molte delle nostre proposte di correttivi al Codice Appalti sono state recepite negli ultimi provvedimenti di semplificazione del Governo.
Vi è poi il problema della manutenzione del verde pubblico su cui andrebbe favorita e incentivata una gestione differenziata ed eco sostenibile degli spazi verdi fondata sulla formazione degli addetti e su un serio piano di monitoraggio del servizio. Per improntare la gestione del verde ai criteri di sostenibilità ambientale, sociale ed economica ormai universalmente condivisi, l’approccio gestionale alle aree verdi deve in primis basarsi sui principi della gestione differenziata (molto diffusa in Svizzera, Germania, Francia), secondo i quali vengono definiti livelli di manutenzione diversi – più o meno intensivi – in funzione della tipologia di area, delle sue dimensioni, destinazioni d’uso e modalità di fruizione da parte dei cittadini.
- In qualità di Presidente ANCI, Associazione Nazionale Comuni Italiani, cosa potrebbe facilitare a livello amministrativo “l’invasione verde” delle nostre città?
Come ANCI, abbiamo chiesto ed in parte ottenuto maggiori semplificazioni per l’affidamento del servizio di manutenzione del verde pubblico, ma abbiamo anche chiesto la valorizzazione delle esperienze di partecipazione pubblica alla gestione di spazi verdi urbani, che possono diventare occasioni di sperimentazione di forme innovative materia di affidamenti del servizio e soluzioni organizzative di gestione, coinvolgendo enti pubblici e/o privati che abbiano fini di riqualificazione e/o di ricerca sperimentali. Affidare a enti sperimentali alcune aree verdi o comunque demaniali, permetterebbe attività di ricerca nelle vicinanze delle sedi e parallelamente favorirebbe il controllo e la gestione sostenibile del territorio. Inoltre, promuoviamo le iniziative di affidamento di aree verdi alla gestione dei cittadini, attraverso le quali sono gli stessi cittadini, generalmente riuniti in associazione, che curano l’area verde. Le aree verdi urbane possono così diventare luoghi privilegiati per la “sensibilizzazione della cittadinanza alla cultura del verde” (Art. 6 comma 1 lettera g) della legge 10/2013), attraverso varie attività, come ad esempio gli orti urbani e i giardini condivisi, che oltre ad avere un ruolo di sensibilizzazione nei confronti della natura (contatto con la terra, rispetto delle stagioni, recupero aree abbandonate, etc.), svolgono un importante ruolo aggregativo ed economico (promozione e vendita di prodotti locali, filiera corta).